mercoledì 28 settembre 2011

Giobbe

Immagine di GiobbeHo letto questo libro ed ho pianto. "Giobbe" é il primo libro di Joseph Roth che leggo, il primo che mi abbia suscitato una tale emozione ed un tale coinvolgimento, quasi fossi parte della famiglia del protagonista, Mendel Singer. Mendel è un ebreo ortodosso timorato di Dio e perseguitato dal dolore e la sfortuna che vive attraverso le vicissitudini dei suoi quattro figli: tre maschi di cui un bambino epilettico, ed una femmina. Agli albori della Grande Guerra, Dio lo metterà duramente alla prova, e proprio quando la sua vita avrà perso il senso, e quando la rabbia lo avrà consumato al punto di dargli la forza di provare un disperato ultimo tentativo di riscatto, ecco il miracolo. E Dio avrà pietà di Mendel singer. Ma soprattutto, lo ripagherà di tanto umile rispetto, di tanta devozione. Uno scorcio di una vita fra Zuchnov, prima russa e poi, dopo la guerra, polacca, e l'America, simbolo di prosperità per tutti e culmine delle disgrazie per il nostro Mendel. Ma la fede rende forti nella vita, anche quando si ha smesso di credere. "Giobbe" riprende la storia biblica, ma è molto di più di questo. Svela un ebraismo forte, consapevole, parla di una fede che ci pare quasi sconosciuta, lontana, abituati come siamo a trovare conforto nella scienza, la medicina, la tecnologia, i vizi. Ma è soprattutto un album fotografico: Roth racconta una vita con semplicità. Sa soffermarsi sui particolari e renderli vividi all'immaginazione con poche parole, quelle giuste, quelle necessarie, senza abbondare e girarci intorno. E sa leggere nei pensieri e nell'animo di queste persone. Ho letto che ha scritto, fra gli altri, "La marcia di Radetzky": sicuramente non mancherò di leggerlo, per riassaporare ancora la penna di un così capace, essenziale, eppure veritiero fino alla commozione.

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